• Restauro della scalinata storica che, per la sua antichità, è sottoposta al Codice dei Beni Culturali che ne vincola sia gli alberi, che le parti costruite in pietra, gli arredi e le ringhiere in ferro battuto, le rampe a tenaglia, ecc., che non vanno in alcun modo rimosse e/o sostituite ma restaurate. Va detto che questa procedura è prevista dalla legge e che la Soprintendenza, che ha rilasciato un’autorizzazione per restauro, avrebbe l’obbligo di controllare e prescrivere financo le tecniche da utilizzare. Purtroppo recenti lavori su un’altra scalinata storica (Quintino Sella) da cui sono state persino asportate le ringhiere d’epoca, anch’esse vincolate, ci fa dubitare che tale controllo sia efficace. Sulla Cernaia vorremmo che venisse seguito l'esempio di Montmartre (Parigi), dove percorsi, che non hanno nulla da invidiare ai nostri, sono valorizzati, arredati con panchine e lampioni adeguati ed agli alberi viene fatta una manutenzione periodica.
• Manutenzione e potatura degli alberi, cura degli esemplari danneggiati dalle errate potature, abbattimento degli alberi pericolanti. Riguardo allo stato delle soforae, è bene sapere che, come risulta dalla perizia richiesta dal Comune stesso, sono assolutamente sani, in quanto classificati B e C, 17 alberi, mentre sono catalogati nella classe critica D 19 alberi, di cui però ben 9 non presentano alcuna compromissione di colletto o decadimento della ceppaia. Ci sono poi 7 esemplari classificati C-D (con valori strumentali anomali ma non critici) e tra questi figurano 2 esemplari, con circonferenza superiore ai 2,2 metri, che andrebbero curati già solo per il loro carattere storico e per i quali abbiamo chiesto a giugno 2012 l’iscrizione nel registro regionale degli alberi monumentali. Gli alberi non curabili andranno sostituiti con altri di uguale essenza per mantenere l’assetto del doppio filare, che va ripristinato su tutta la scalinata.
• Realizzazione della fognatura per l’allaccio di 14 palazzi non collegati, con l’utilizzo dei cunicoli laterali esistenti, coevi della scalinata, che risultano idonei al passaggio della fognatura, il cui allaccio ai condomini privati sarebbe economico e il percorso dei tubi breve.
• Smantellamento e rifacimento della scalinata storica con realizzazione di uno scavo centrale di 1,2 mt e conseguente taglio di tutte le radici (e dunque) degli alberi esistenti, asportazione di tutte le piastre di arenaria, travertino, ecc, e delle ringhiere in ferro battuto, nonché degli arredi più recenti (panchine, lampioni, cestini) con riutilizzo soltanto di quei componenti in pietra che risulteranno idonei. Nel tunnel centrale passeranno le fognature, che andranno poi collegate lateralmente ai palazzi privati, con tubi di discreta lunghezza e allaccio più oneroso rispetto alla soluzione proposta dal comitato. Non sappiamo perché sia stata adottata questa scelta dato che i tecnici ACAM, in colloquio pubblico, hanno dichiarato di non aver valutato i tunnel laterali perché il Comune non ha richiesto che il progetto venisse realizzato salvaguardando le radici degli alberi. Inoltre, non risultano ancora realizzati i progetti esecutivi, nonostante la partenza dei lavori sia stata già annunciata, per cui non è possibile verificare che la normativa venga rispettata; non si sa che aspetto avrà la scalinata, quali e quanti tra i materiali esistenti verranno utilizzati per ripavimentare, e come sarà arredata.
• Espianto di 10 alberi soltanto sui 43 attualmente viventi, con taglio dell’80% delle radici e della chioma (vd. comunicato del Comune del 4/3/2013). L’espianto dovrebbe essere finalizzato al reimpianto, tra 1 o 2 anni, a lavori ultimati, ma autorevoli pareri (prof. Milazzo) sconsigliano tale pratica su esemplari di quest’età e soprattutto in questa stagione per la sopravvivenza stessa delle piante, che in ogni caso non è garantita. Tutti gli altri alberi (33) verranno tagliati, compresi 7 valutati dalla perizia del Comune stesso come assolutamente sani, lasciando però le radici tagliate nel terreno. Poiché le radici di questi alberi si estendono notevolmente oltre l’ampiezza della chioma, è ovvio che in molti casi esse siano estese sin sotto le fondamenta delle abitazioni private che sorgono ai lati della scalinata. Tagliare gli alberi, lasciando nel terreno le radici, comporterà nei prossimi anni la marcescenza delle radici stesse con probabile sprofondamento del terreno e della “nuova” scalinata, oltre ai danni portati alle abitazioni circostanti. Non risulta sia stata realizzata una perizia idrogeologica preventiva per i nuovi lavori pur essendo la scalinata posta su area collinare ed essendo il sottosuolo ricco di corsi d’acqua canalizzati e non.
Inoltre, poiché le piante storiche (tutelate tra l’altro da un’altra legge, del gennaio 2013, appena entrata in vigore) sono beni comuni di grande valore, chi pagherà per i danni al verde pubblico causati dall'errata manutenzione? Una sofora di 30 cm di diametro - dunque di molto inferiore a quelle della Cernaia – ha un valore di 700,00 euro; quanto valgono dunque i nostri 43 alberi storici?
Comitato Salviamo gli alberi della Cernaia. No al taglio!
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