venerdì 30 marzo 2012

La Cerniaia: un prezioso bene comune

Il recente articolo “Condannate a essere abbattute le piante di via Cernaia”, apparso sul Secolo XIX, ha avuto il merito di riproporre alla cittadinanza il tema cruciale della politica del verde urbano alla Spezia, additando alla pubblica attenzione il carattere radicale che, con una delibera ad hoc, la nostra amministrazione comunale vorrebbe dare al programmato “rifacimento” della storica scalinata Cernaia.

Come Comitato “Salviamo gli alberi della Cernaia – No al taglio!” crediamo necessario fare alcune importanti precisazioni, onde fornire un quadro il più possibile documentato e corretto della situazione della Cernaia.

Già il 6 gennaio 2012 il Comitato pubblicò sul proprio blog, e inviò alla stampa, il resoconto dell’incontro con l’Amministrazione, durante il quale si erano chiarite le rispettive posizioni e si era giunti ad un accordo, da ridiscutere dopo il previsto sopralluogo con i tecnici del Comune per verificare quanto ipotizzato.

Premesso che, sin dall’origine, gli alberi della scalinata Cernaia sono stati, sono e hanno da essere (anche in caso di reimpianto) del tipo Sophora Japonica, caratterizzante l’arredo urbano di molte città di fine ottocento-inizi novecento, la perizia realizzata dalla ditta milanese DEMETRA (novembre 2010) sullo stato delle piante esistenti - con particolare riferimento alla loro stabilità (VTA) - appurò il deterioramento di un certo numero di piante, derivato da mancata manutenzione e ferite da potature errate, e classificò gli alberi presenti in 4 categorie: B, C, CD e D (quest’ultima riferita ad alberi con estrema propensione al cedimento).

Alla luce della perizia, il Comitato concordò con l’Amministrazione di: salvare il maggior numero di alberi, con messa in sicurezza e sfoltimento (piano a zig-zag per le piante nuove, senza però sacrificare a questo scopo le piante sane attualmente in loco);  mantenere nelle parte centrale della scalinata il fondo di terra, con uno strato drenante di ghiaino destinato all’assorbimento dell’acqua (come tra l’altro previsto all’origine); procedere ad una riqualificazione concordata dell’arredo della scalinata (panchine, illuminazione, corrimano); verificare la possibilità di utilizzare i due cunicoli laterali per il passaggio (e collegamento agli edifici) dei servizi, fognature, acqua, gas, ecc., evitando di procedere alla realizzazione di una “trincea” profonda e centrale che potrebbe pregiudicare (con il taglio delle radici) la sopravvivenza degli alberi esistenti.

Quanto allo stato delle sophorae, è bene sapere che, come dalla perizia richiesta dal Comune stesso, sono assolutamente sani, in quanto classificati B e C, 17 alberi, mentre sono catalogati nella classe critica D 19 alberi, di cui però ben 9 non presentano alcuna compromissione di colletto o decadimento della ceppaia. Ci sono poi 7 esemplari classificati C-D (con valori strumentali anomali ma non critici) e tra questi figurano 2 esemplari centenari, con circonferenza superiore ai 2 metri, che meriterebbero di essere curati e messi in sicurezza già solo per il loro carattere storico e ambientale.

Nel suo rapporto, la ditta Demetra sosteneva con particolare forza la necessità di “interventi ordinari di potatura e mantenimento sugli alberi per impostare la ricostituzione delle chiome fortemente capitozzate ed il mantenimento in forma contenuta”, ed elencava chiaramente le modalità di intervento da rispettarsi durante i lavori previsti: distanza minima di 3 metri per gli scavi, rifilatura dei tagli radicali eventualmente inferti, deviazione delle derivazioni fognarie interfaccianti l’apparato radicale, protezione della parte basale del tronco con materiali che evitino lesioni meccaniche dei tessuti legnosi, mantenimento di discrete condizioni di umidità per le radici esposte, evitare deposito di materiali in prossimità degli alberi, intervenire con concimazione e micorizzazione a fine lavori.

Il Comitato chiede pertanto che l’Amministrazione segua le indicazioni dei periti e, tanto per cominciare, proceda immediatamente alla potatura di tutti gli alberi della Scalinata Cernaia, visto che nella Spallanzani, in via Garibaldi e in altri luoghi sono già state praticate cospicue potature.

Oltre al loro pregio estetico e salutistico (la sophora non è allergenica), le sophorae hanno anche un valore economico: infatti, una pianta di 30-35 cm di circonferenza-tronco è in vendita a 400,00 € (figuriamoci il valore di un esemplare con oltre 2 metri di circonferenza!)

Il Comitato non recede nel pretendere il mantenimento delle caratteristiche storiche, architettoniche ed arboree della Scalinata Cernaia, che è una ricchezza per tutta la città, un prezioso bene comune. E invita fermamente l’Amministrazione  a non disattendere quanto concordato.

Il Comitato “Salviamo gli alberi della Cernaia - No al taglio!”
e gli aderenti: FAI, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, WWF.