giovedì 18 aprile 2013

Salviamo la Scalinata Cernaia un monumento unico nella nostra storia un prezioso BENE COMUNE

 La Cernaia venne costruita nel 1904 e alberata l’anno successivo con le sofore japoniche che ancora oggi si possono vedere per «sostenere le terre e ombreggiare le strade nella stagione estiva». È l’unica scalinata così antica che non ha subito modifiche strutturali (come la costruzione dei rifugi antiaerei), ed è rimasta perciò come era in origine. Essendo stata poco curata negli ultimi vent’anni, necessita di interventi di restauro e risistemazione del piano di calpestio, nonché di cura dei 43 alberi oggi viventi che, a causa di tagli e potature sbagliate e dell’incuria subiti negli scorsi anni, presentano varie problematiche.

 Cosa propone il Comitato:
Restauro della scalinata storica che, per la sua antichità, è sottoposta al Codice dei Beni Culturali che ne vincola sia gli alberi, che le parti costruite in pietra, gli arredi e le ringhiere in ferro battuto, le rampe a tenaglia, ecc., che non vanno in alcun modo rimosse e/o sostituite ma restaurate. Va detto che questa procedura è prevista dalla legge e che la Soprintendenza, che ha rilasciato un’autorizzazione per restauro, avrebbe l’obbligo di controllare e prescrivere financo le tecniche da utilizzare. Purtroppo recenti lavori su un’altra scalinata storica (Quintino Sella) da cui sono state persino asportate le ringhiere d’epoca, anch’esse vincolate, ci fa dubitare che tale controllo sia efficace. Sulla Cernaia vorremmo che venisse seguito l'esempio di Montmartre (Parigi), dove percorsi, che non hanno nulla da invidiare ai nostri, sono valorizzati, arredati con panchine e lampioni adeguati ed agli alberi viene fatta una manutenzione periodica.
Manutenzione e potatura degli alberi, cura degli esemplari danneggiati dalle errate potature, abbattimento degli alberi pericolanti. Riguardo allo stato delle soforae, è bene sapere che, come risulta dalla perizia richiesta dal Comune stesso, sono assolutamente sani, in quanto classificati B e C, 17 alberi, mentre sono catalogati nella classe critica D 19 alberi, di cui però ben 9 non presentano alcuna compromissione di colletto o decadimento della ceppaia. Ci sono poi 7 esemplari classificati C-D (con valori strumentali anomali ma non critici) e tra questi figurano 2 esemplari, con circonferenza superiore ai 2,2 metri, che andrebbero curati già solo per il loro carattere storico e per i quali abbiamo chiesto a giugno 2012 l’iscrizione nel registro regionale degli alberi monumentali. Gli alberi non curabili andranno sostituiti con altri di uguale essenza per mantenere l’assetto del doppio filare, che va ripristinato su tutta la scalinata. 
Realizzazione della fognatura per l’allaccio di 14 palazzi non collegati, con l’utilizzo dei cunicoli laterali esistenti, coevi della scalinata, che risultano idonei al passaggio della fognatura, il cui allaccio ai condomini privati sarebbe economico e il percorso dei tubi breve.

 Cosa prevede il progetto del Comune:
Smantellamento e rifacimento della scalinata storica con realizzazione di uno scavo centrale di 1,2 mt e conseguente taglio di tutte le radici (e dunque) degli alberi esistenti, asportazione di tutte le piastre di arenaria, travertino, ecc, e delle ringhiere in ferro battuto, nonché degli arredi più recenti (panchine, lampioni, cestini) con riutilizzo soltanto di quei componenti in pietra che risulteranno idonei. Nel tunnel centrale passeranno le fognature, che andranno poi collegate lateralmente ai palazzi privati, con tubi di discreta lunghezza e allaccio più oneroso rispetto alla soluzione proposta dal comitato. Non sappiamo perché sia stata adottata questa scelta dato che i tecnici ACAM, in colloquio pubblico, hanno dichiarato di non aver valutato i tunnel laterali perché il Comune non ha richiesto che il progetto venisse realizzato salvaguardando le radici degli alberi. Inoltre, non risultano ancora realizzati i progetti esecutivi, nonostante la partenza dei lavori sia stata già annunciata, per cui non è possibile verificare che la normativa venga rispettata; non si sa che aspetto avrà la scalinata, quali e quanti tra i materiali esistenti verranno utilizzati per ripavimentare, e come sarà arredata.
Espianto di 10 alberi soltanto sui 43 attualmente viventi, con taglio dell’80% delle radici e della chioma (vd. comunicato del Comune del 4/3/2013). L’espianto dovrebbe essere finalizzato al reimpianto, tra 1 o 2 anni, a lavori ultimati, ma autorevoli pareri (prof. Milazzo) sconsigliano tale pratica su esemplari di quest’età e soprattutto in questa stagione per la sopravvivenza stessa delle piante, che in ogni caso non è garantita.  Tutti gli altri alberi (33) verranno tagliati, compresi 7 valutati dalla perizia del Comune stesso come assolutamente sani,  lasciando però le radici tagliate nel terreno. Poiché le radici di questi alberi si estendono notevolmente oltre l’ampiezza della chioma, è ovvio che in molti casi esse siano estese sin sotto le fondamenta delle abitazioni private che sorgono ai lati della scalinata. Tagliare gli alberi, lasciando nel terreno le radici, comporterà nei prossimi anni la marcescenza delle radici stesse con probabile sprofondamento del terreno e della “nuova” scalinata, oltre ai danni portati alle abitazioni circostanti. Non risulta sia stata realizzata una perizia idrogeologica preventiva per i nuovi lavori pur essendo la scalinata posta su area collinare ed essendo il sottosuolo ricco di corsi d’acqua canalizzati e non.
Inoltre, poiché le piante storiche (tutelate tra l’altro da un’altra legge, del gennaio 2013, appena entrata in vigore) sono beni comuni di grande valore, chi pagherà per i danni al verde pubblico causati dall'errata manutenzione? Una sofora di 30 cm di diametro  - dunque di molto inferiore a quelle della Cernaia – ha un valore di 700,00 euro; quanto valgono dunque i nostri 43 alberi storici?
 Sono stati valutati i danni che la mancata tenuta del terreno da parte delle radici e la successiva marcescenza delle stesse provocherà?
 Come pensa il Comune di garantire i residenti da eventuali problemi causati dai lavori alla stabilità delle abitazioni che sorgono lungo la scalinata, data l'estensione delle radici?

 Comitato Salviamo gli alberi della Cernaia. No al taglio!

lunedì 1 aprile 2013

Cernaia: una scalinata storica alla Spezia che verrà cancellata nel 2013


Irene Giacché, editore


Nella ex-Germania Est nelle città vuote, in cui non c’è anima viva in giro, si notano le piazze nuove di zecca, appena ristrutturate con i fondi europei.
Alla Spezia i residenti si chiedono se sia questo il loro destino dato che anche qui, zona depressa con disoccupazione a livelli da sud Italia, l’amministrazione comunale ha appena decretato il via a imponenti lavori di rifacimento delle piazze, scalinate e viali storici, che verranno smantellati e ripavimentati con i fondi della Ue. Ma è proprio necessario?
Un caso su tutti: la Scalinata Cernaia. Per anni il “Comitato di difesa della Cernaia” ha tentato di ottenere solo il restauro conservativo e non lo smantellamento della più antica scalinata storica della città costruita nel 1904 e alberata l’anno successivo con le bellissime piante centenarie che si possono vedere ancora oggi.
 
La scalinata, pavimentata sulle fasce laterali in pietra locale (arenaria), scolpita a mano, presenta a tratti delle possenti rampe a tenaglia, ammirate dai turisti che vanno al castello e che la percorrono d’estate per cercare un po’ di refrigerio sotto gli alberi. E proprio a tale scopo l’amministrazione del 1904 decise di alberarla: per ombreggiare la scalinata nella stagione estiva oltreché per “tenere su il monte”.
Queste motivazioni: “ombreggiare” e “tenere su il monte” non sembrano motivazioni importanti per i nostri amministratori ed per i brillanti tecnici che li consigliano, se con insistenza hanno ribadito l’intenzione di smantellare completamente l’opera e “rimontarla” (tecnica che non mi pare possa definirsi come restauro), oltreché di abbattere tutti gli alberi centenari esistenti.
 
Questo nonostante la scalinata sia vincolata dallo Stato con legge apposita (Codice dei Beni Culturali) perché ultrasettantenne, che prevede in questi casi il solo restauro e non lo smantellamento dei gradini o degli alberi. Peraltro, un’altra legge la vincola sotto il profilo paesaggistico e un’altra ancora sotto quello idrogeologico (e nemmeno a tal riguardo risulta sia stata fatta alcuna perizia, sebbene prevista per legge, nonostante la nostra regione abbia anche recentemente dimostrato tutta la sua fragilità sotto questo profilo).
 
Va detto anche che, per chi ci abita, la prospettiva del taglio di tutti gli alberi e relativo abbandono in loco delle radici, che marciranno creando uno sprofondamento del terreno, è assai preoccupante per quanto riguarda la stabilità delle case private! A gennaio, infine, se n’è aggiunta una quarta, di legge, che salvaguarda gli “alberi in filare nei centri urbani”.
 
Il “Comitato Cernaia”, composto da cittadini innamorati della città storica, ha cercato soluzioni tecniche alternative arruolando fior di consulenti, storici, paesaggisti, ingegneri, architetti e non ultimo il comandante regionale della Forestale, tutti concordi nel dire che la soluzione dello smantellamento è illegittima e che le nostre proposte erano non solo fattibili ma soprattutto auspicabili ed avrebbero salvato un monumento unico nella nostra storia.
 
Ma nell’attesa di esser ricevuti dai tecnici, per l’incontro promesso, si scopre che il comune ha già transennato l’area e annuncia l’inizio dei lavori di smantellamento della scalinata. Una parte importante della storia spezzina viene così cancellata per sempre e stavolta non ci sono scuse: infatti non si tratta dell’espansione urbana ottocentesca, né della ricostruzione dopo i bombardamenti del ‘45. Uno dei monumenti più amati e cari agli spezzini, sparirà dunque per sempre nonostante i numerosi vincoli, nonostante la tutela che la Soprintendenza avrebbe dovuto esercitare per conto dello Stato.
Alla faccia della promozione culturale e turistica del territorio con cui tutti gli amministratori si riempiono la bocca salvo poi in concreto fare “tabula rasa” dei monumenti storici!
 
 
 
 
Ho letto - ha dichiarato l’assessore ai lavori pubblici vicesindaco Cristiano Ruggia - l’intervento dell’editore Irene Giacché.


Scalinata Cernaia non morirà grazie al nostro intervento. Chi, invece, vuole fermare la riqualificazione, condanna questo scorcio così pregiato di città a una fine inevitabile. Verrà salvato dal degrado in cui versa da troppo tempo con un intervento qualificante e rispettoso della sua storia, proprio quella che ci ricorda l’editore Giacché nelle sue pubblicazioni che anche noi apprezziamo nel contenuto e nello spirito. Non è un caso che la Soprintendenza competente per i beni architettonici e per il paesaggio si sia espressa positivamente con il suo vincolante e prescrittivo parere in merito.
 
Negli ultimi tre anni, come testimonia la stessa Giacchè, c’è stato un confronto serrato con i cittadini, quelli contrari e quelli a favore del progetto. Abbiamo incontrato residenti, cittadini, il Comitato. Ci siamo messi a disposizione per individuare soluzioni che andassero incontro anche alle preoccupazioni per la salvaguardia degli alberi. Infatti, con i nostri tecnici che in ogni fase hanno seguito con impegno e professionalità il progetto, abbiamo deciso di fare un’operazione, peraltro più costosa, che consente di salvare le uniche dieci piante di sophora giapponese non pericolanti. Quindi sugli alberi salviamo il salvabile e manterremo inalterata, come richiesto dal Comitato stesso, l’essenza che caratterizza la scalinata, piantumando anche nuovi esemplari.
 
L’intervento su Scalinata Cernaia, dunque, restituirà la dignità che merita a un luogo così bello e storico della città. Un bene di straordinario valore storico, architettonico, urbanistico e paesaggistico. Aver pensato di inserire nei progetti POR questo, come altri interventi su luoghi simbolo della nostra storia, a partire da quello sugli ex vivai dove sorgeranno i nuovi orti di San Giorgio e un grande parco urbano, è frutto di un amore per riscoprire e vivere fino in fondo la bellezza che la nostra città è capace di dispensare”.